
Sentirmi rivolgere questo quesito e non reagire risulta, col tempo, sempre più impegnativo.Cosa significa, esattamente, “E’ brav*?” Significa forse chiedere informazioni sulle competenze o le abilità di un individuo? Così fosse, brav* in cosa? Come fornire una risposta se non vengono specificati gli ambiti della domanda? Magari così fosse…. In realtà quello che viene richiesto è di confermare che il soggetto in questione si comporta bene. Cosa vuol dire comportarsi bene? Secondo la mentalità dilagante, corrisponde ad esibire comportamenti adeguati al contesto culturale nel quale si vive; pertanto un cane nella nostra società si comporta bene quando ubbidisce, non tira al guinzaglio, è coccolone, va d’accordo con tutti gli altri cani. Che tradotto significa che un individuo, quell’individuo, è addomesticato, domato, vinto ed annullato in quanto soggetto presente nel mondo perché fa quanto ci si aspetta debba fare, non quanto Lei o Lui è.Tutto l’universo personale, unico ed irripetibile, di quello specifico cane è superfluo e spesso sconveniente.Mi accade spesso che io racconti e testimoni alle persone vicine o conviventi alla Lei o al Lui, le emozioni, i ragionamenti, le percezioni, le curiosità, i conflitti, le sorprese, le difficoltà, le conquiste, le complicità che quella precisa Lei o Lui vivono e sperimentano ed alle quali mi permettono di avere accesso. Traduco quanto riesco a comprendere o percepire con la grande commozione che si genera dal poter condividere i tesori contenuti in un prezioso scrigno perché ogni Cane con la/il quale entro in contatto mi dona emozioni e rispetto. Gli interlocutori mi ascoltano distratti, in attesa che io abbia terminato per poter inserire la fatidica frase “Quindi è stata/o brav*?”
LO SCONFORTO MI PERVADE. Davvero si può pigiare dentro l’insignificante, logora, mortificante e penitenziaria etichetta di “brav*” un Individuo eclettico, intelligente, fiero, sensibile ed unico come ogni Lei e Lui in realtà è? Omologare tutti gli individui in un solo aggettivo (brav*) – che già non ha senso senza una precisazione o contestualizzazione – è forse la peggiore forma di violenza che si possa agire su un individuo. Una violenza velata, sordida e fetida da apparire innocua ma che testimonia quanto sia radicato il paradigma secondo il quale chi viene definito “il miglior amico dell’uomo” altro non sia che un bene di consumo da utilizzare per soddisfare i propri bisogni. Ciascun Lei e Lui ha modalità di esprimere la personalità e le attitudini, di osservare il mondo, di stemperare i conflitti, di valutare ed instaurare relazioni, di sperimentare, di riappacificarsi con la propria storia di vita, di elaborare il lutto, di gestire le frustrazioni, di costruire rapporti affettivi, di prepararsi e di affrontare le minacce, di sperimentare e di imparare, di godere e di connettersi al Tutto, assolutamente caratteristici particolari unici di quell* specific* Lei o Lui. Pertanto la prossima volta che vi scappa di chiedere od affermare “è brav*?/!” aspettate qualche secondo prima di pronunciare la frase……. magari realizzerete quanto vuota e priva di significato sia questa parola.


