Il facilitatore della relazione é una figura professionale che si inserisce in un progetto per favorire il raggiungimento di un accordo fra gli attori coinvolti ed interviene in svariati ambiti: nei piani di sviluppo realizzati da enti, nell’utilizzo della tecnologia digitale, nelle riunioni condominiali, nelle assemblee, nelle attività inerenti le scienze sociali e….. nelle relazioni Umano-Cane!
“Un facilitatore è qualcuno che si impegna nell’attività di facilitazione. Aiuta un gruppo di persone a comprendere i loro obiettivi comuni e li aiuta a pianificare come raggiungerli; facendo così, il facilitatore rimane “neutro”, il che significa che non svolge una particolare posizione nella discussione. Alcuni strumenti di facilitazione cercheranno di aiutare il gruppo a raggiungere un consenso su eventuali disagi che preesistono o emergono nella riunione in modo che abbia una solida base per l’azione futura.” (Wikipedia)
La figura professionale del facilitatore ha assunto negli ultimi anni una posizione di prestigio all’interno di contesti di gruppo come le realtà aziendali e organizzative in genere. Il successo del facilitatore è dato soprattutto dalla sua capacità di risolvere problemi di comunicazione, fornendo al gruppo un prezioso aiuto per ri-orientarlo verso gli obiettivi che si propone di raggiungere.
Potremmo definire il facilitatore come un “responsabile del contesto”, ovvero colui che come un regista, mette a disposizione le proprie competenze a servizio del gruppo, individuando le strategie migliori per poter accrescere la collaborazione fra gli individui. Scopo primario del facilitatore è quello di aiutare a raggiungere obiettivi di alto livello attraverso il sostegno delle interazioni interpersonali al fine di rafforzare il raggiungimento di una visione di insieme.
E’ bene distinguere la figura del facilitatore da quella del trainer/formatore, la differenze infatti sono soprattutto nel modo in cui avvengono le interazioni con il gruppo. Il facilitatore non si pone mai come insegnante o esperto dei temi trattati, ma agisce piuttosto migliorando l’ambiente di condivisione, favorendo l’espressione del contributo di ognuno.
John Heron[1], pioniere della ricerca partecipativa nelle scienze sociali, teorizzò un modello di facilitazione nel quale la figura professionale si rispecchia pienamente in una delle tre “Tipologie di autorità” da lui individuate, quella della tutela basata sul concetto di cura della persona.
La professione nell’ambito della relazione umano-cane
Chiariti i compiti di questa figura professionale nel contesto sociale, risulta – forse – più comprensibile quale sia il ruolo in ambito relazionale interspecifico. Sebbene molti siano gli aspetti che accomunano gli Animali Umani agli Animali Cani (struttura sociale, istinto epimeletico[2], gregarietà[3], empatia, molte funzioni cerebrali, ecc.) permangono evidenti difficoltà negli Umani nel comprendere molti aspetti dei Cani.
L’atteggiamento con il quale gli Umani si pongono (ahinoi, troppo spesso) nei confronti degli altri Animali si basa su assunti egocentrici che portano ad antropoformizzare[4] abilità, modalità di comunicazione, competenze, e a scordare che tutti gli individui sociali (in sociologia, un gruppo sociale è un insieme di individui che interagiscono gli uni con gli altri, in modo ordinato, sulla base di aspettative condivise riguardanti il rispettivo comportamento; un insieme di individui il cui status e i cui ruoli sono interrelati) sono portati a cooperare, competere, analizzare, produrre idee, progettare e decidere in gruppo, ricoprire ruoli e ranghi dinamici che tendano all’equilibrio del gruppo sociale.
Il mancato riconoscimento dei bisogni di ciascun animale sociale (si veda la piramide di Maslow[5]), si traduce in relazioni sbilanciate all’interno delle quali il Cane non si sente rispettato e manifesta il proprio malessere. Le modalità utilizzate per segnalare il proprio disagio non vengono sempre comprese ed accolte e solo quando l’Umano vive le proposte del Cane come ‘problema’ chiede aiuto ad un professionista.
Il compito del Facilitatore della relazione uomo-cane comprende quindi la conoscenza e la valutazione del gruppo sociale nel suo complesso; dopo la prima fase di raccolta delle informazioni fornite da ciascun individuo del gruppo segue la parte di valutazione delle dinamiche interindividuali che causano la richiesta di aggiustamento da parte del cane. La pianificazione dell’intervento di supporto tiene conto di tutte le caratteristiche degli individui coinvolti, dello stile di vita del gruppo, delle aspettative relazionali e delle possibilità/aperture al cambiamento di ciascun attore.
Gli obiettivi di miglioramento vengono proposti al gruppo, spiegati, valutati ed eventualmente modificati al fine di giungere al miglior compromesso possibile che tuteli e rispetti tutti i membri.
Successivamente, il ruolo del Facilitatore è di fornire alla famiglia del cane il supporto, le informazioni e l’assistenza per giungere alla comprensione dell’animalità canina e costruire rapporti basati sul rispetto reciproco e la condivisione della vita di gruppo, ricoprendo il ruolo di mediatore culturale e linguistico. Informando sulle caratteristiche specie-specifiche del Canis Familiaris (l’organizzazione sociale, la comunicazione, le attività collaborative, i bisogni, ecc.), approfondisce argomenti già conosciuti e propone un nuovo sguardo sulle modalità di relazione con i cani, anche grazie agli aggiornamenti emersi dalle più recenti ricerche scientifiche.
Nel contempo propone, agevola e stimola negli Umani l’osservazione (spogliata da preconcetti) del Cane, offre spunti di riflessioni e insegna a comprendere il codice di comunicazione canino.
L’obiettivo da perseguire è l’armonia fra tutti i membri del gruppo stabile, umani e canini.
[1] John Heron è un pioniere nella creazione di un metodo di ricerca partecipativa nelle scienze sociali, chiamato Indagine Cooperativa
[2] propensione istintiva degli Animali (essere umano compreso) a prendersi cura di esseri allo stato di cuccioli.
[3] tendenza a vivere in gruppi (famiglie, branchi, ecc.) di carattere permanente o temporaneo
[4] attribuzione di caratteristiche e qualità umane ad esseri animati o inanimati
[5] Abraham Harold Maslow è stato uno psicologo statunitense, principalmente noto per la sua teoria sulla gerarchizzazione dei bisogni


