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Dove sei, Ribelle mia?

Quando entrasti nella mia vita, una decina di anni fa, mi innamorai delle tue doti selvatiche: prosociale e riservata, legata al gruppo e indipendente, intollerante e gentile, caparbia e accomodante, diffidente e curiosa, indomita e cognitiva.

Il tempo che mi richiedesti per guadagnarmi la tua fiducia, agì anche per stemperare le tue timorosità.

Da allora molto mi hai insegnato, tantissimo ho imparato da te. Mi sei Maestra, paziente e disponibile, garbata e dolce ma sempre rigorosa ed esigente. Una sola volta sei stata costretta a guidarmi con risolutezza e severità ma te l’avevo combinata davvero grossa….

Ti guardo oggi e vedo quando ci siamo vicendevolmente modificate: io sono rinselvatichita e tu addomesticata. Ti ringrazio perché io credo di essere migliorata e mi scuso con te perchè  rimangono solo poche tracce dello tuo spirito ribelle, che tanto sentivo affine alla mia natura.

È così facile vivere con te oggi, Sole, e rimpiango tutte le nostre discussioni senza parole, le negoziazioni senza livore, i compromessi ricorrenti. Non hai mai perso la tua dignità ma la saggezza alla quale continuo ad attingere mi richiede un lavoro interiore diverso da quello svolto per comprendere e lasciarmi contaminare dalla tua natura ferale. Quando siamo in natura, ti rendi presto disponibile a seguire Nio (nelle sue battute di tracce) o me (nelle mie richieste di terreni meno accidentati), sei disposta ad assecondare i miei tempi, non ti opponi con fermezza alle mie proposte. Quando guidi tu, ti accerti della mia presenza anziché dirigerti impettita e battagliera verso la tua meta come accadeva un tempo.

Mi manca dovermi misurare con te su un piano di confronto serrato. Mi manchi, Ribelle mia.

Certo, permane la tua risolutezza a non uscire con me se non ne hai voglia, la tua insistenza (sempre gentile) nelle tue richieste, ancora qualche ringhio me lo fai (lo adoro!!!) quando supero i tuoi tempi concessimi per spazzolare il tuo lungo e lanoso pelo oppure se invado aree del tuo corpo con attività che non gradisci (i tuoi dreadlocks delle cosce) ma i toni sono stemperati, meno combattivi, meno viscerali. Ci siamo fuse ed è una sensazione profonda di comunione, ma avrei voglia di avere ancora la giovane combattente leale e determinata al mio fianco.

Si tratta dell’età, della tua esperienza, della strada fatta insieme oppure l’essere Cana in famiglia ti ha privato della libertà di Essere te stessa? Convivo con questo dubbio, sebbene mi sia sempre impegnata per non privarti mai della tua autonomia di pensiero e di decisione. Ma stringere legami comporta anche rinunciare a spazi altri, al di fuori delle sicurezze. Tu hai sicuramente salvato me, ma che prezzo hai pagato?

Alla profonda gratitudine per averti incontrato si fonde, come un liquido viscoso, la triste consapevolezza di aver tolto ben più di quanto ho dato. Non ti ringrazio tutti i giorni ma te lo testimonio dicendo a chiunque mi voglia ascoltare che non sono stata io a salvarti dal canile. Tu hai liberato me dalle gabbie mentali che si formano, inconsapevolmente, crescendo in questa cultura umanocentrica basata sul dominio. Smantellare quelle sbarre è la conquista più grande che io sia riuscita ad agire su me stessa; continua a guidarmi così che io possa non ricaderci.

Grazie Sole!

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