Agli inizi del 1900 nacque in Germania la Bauhaus, una scuola d’arte basata sul modello collaborativo fra docenti e studenti, dove si insegnavano belle arti, fotografia, design industriale, architettura e urbanistica. I principi fondanti del Bauhaus erano essenzialità, estrema modernità, uguaglianza, attenzione al colore e alla forma.
All’architetto e designer tedesco Mies van der Rohe, uno dei massimi esponenti del Movimento Moderno, va il merito di aver reso celebre la frase Less is more che capovolge il paradigma diffuso all’epoca e indica che in realtà il miglior risultato, il di più, si ottiene nel caso in cui si produca un edificio – ma questo vale per qualunque tipo di prodotto – essenziale e perfetto nelle sue funzioni.
Questo principio di sottrazione si diffuse alle altre arti per giungere sino a noi. Oggi i politici parlano di “nuova Bauhaus” per estenderlo alla cultura e alla mentalità delle persone così da costruire un mondo più in equilibrio.
Ecco allora che Less is more torna ad essere un principio guida di equilibrio. Non di eliminazione a tutti i costi, bensì di sottrazione di ciò che è inutile.
Propongo anch’io di applicare una nuova Bauhaus alle relazioni con gli animali non umani, esseri essenziali e perfetti nelle loro funzioni. Interagire con loro con meno controllo per avere più relazione.
Meno (niente) addestramento, più collaborazione.
Meno pretese, più osservazione.
Meno esercizi, più contaminazione.
Meno parole, più corporalità.
Meno risposte, più domande.
Meno razionalità, più animalità.
Meno retorica, più sostanza.